LA NOTTE NEL CUORE ANTICIPAZIONI: IL RAPIMENTO PIU’ ROMANTICO DI SEMPRE!

L’alba di un nuovo giorno si apriva con un senso di mistero, come se il destino stesso avesse deciso di giocare con le vite di Melek e Cihan. In un’auto lanciata tra le colline d’Istanbul, il silenzio era rotto solo dalla voce impaziente di Melek che, con occhi carichi di curiosità e un pizzico di timore, chiedeva: “Cihan, dove stiamo andando?” Ma il suo compagno, al volante, sorrideva appena, mantenendo un’aria di fredda determinazione. Quel viaggio non era una fuga, bensì un rapimento — il più romantico e folle che la città avesse mai visto.

Cihan non voleva rivelare la destinazione. “Se te lo dicessi, troveresti mille ragioni per non venire,” rispose, fissando la strada. Melek lo guardò, incredula, tra il divertito e l’irritato. In quel momento capì che quell’uomo non stava improvvisando: stava mettendo in atto un piano preciso, studiato in ogni dettaglio. Quando infine arrivarono, la sorpresa la lasciò senza parole. Un ristorante elegante, con luci soffuse e un tavolo già pronto, li attendeva. L’accoglienza era perfetta, quasi come se Cihan avesse previsto ogni istante.

“Benvenuto, signor Cay, il vostro tavolo è pronto,” disse un cameriere, inchinandosi leggermente. Melek lo osservò, sorpresa: persino lo staff sembrava al corrente. Quando lui le tolse il cappotto con un gesto dolce ma deciso, lei sussurrò ironicamente: “E se avessi detto che non sarei venuta?” Cihan sorrise, abbassando la voce: “Non l’avresti fatto, Meleğim.” Quel nomignolo — mio angelo — la disarmò completamente.

La cena iniziò tra piccoli battibecchi e carezze non dette. Melek, ancora curiosa, chiese se potesse bere una soda invece dell’acqua. “Puoi bere ciò che vuoi,” rispose Cihan, “ma io oggi scelgo la semplicità.” Il menù, rivelò lui, era già stato scelto: una zuppa di funghi, seguita da un piatto misterioso. “Hai ordinato tutto prima?” domandò lei, stupita. “Naturalmente,” rispose lui con orgoglio. “Sapevo che saresti venuta.”

Mentre sorseggiavano la zuppa, Melek avvertì qualcosa di diverso in lui. Non era il solito uomo dolce e protettivo: nei suoi occhi c’era un fuoco nuovo, un senso di urgenza, di decisione. Poi, all’improvviso, Cihan estrasse una busta e la posò davanti a lei. “Aprila,” disse. Dentro, un documento: la data del loro matrimonio. “Venerdì prossimo, alle quindici,” annunciò con voce ferma. Melek spalancò gli occhi. “Hai… deciso la data senza dirmelo?” Lui la interruppe con un gesto imperioso: “Melek, non voglio che tu parli. Voglio solo che tu mi ascolti.”

Quelle parole, pronunciate con una calma autoritaria, la lasciarono senza fiato. Cihan stabilì nuove regole: da quel momento, le sue decisioni sarebbero state legge. “Non tornerai a casa di Tahsin,” disse senza esitazione. “Non voglio scuse o giustificazioni. Da oggi, ovunque andrò io, verrai anche tu.” Melek lo fissava, combattuta tra la paura e la fascinazione. Quel lato dominante di Cihan la turbava, ma in fondo, le faceva battere il cuore più forte.

“E se non fossi d’accordo?” chiese infine, con un sorriso provocatorio. “Non succederà,” rispose lui con fermezza. “Vivremo a Yapraclı per un po’, finché non costruirò la nostra casa. Sarà la più bella di tutte.” Melek rise piano. “Va bene, accetto tutto… tranne una cosa.” “Quale?” domandò lui. “Il nome del bambino. Lo sceglierò io.” Cihan la fissò con una finta serietà. “Oh no, Meleğim, lo sceglierò io.” Per la prima volta da giorni, i due risero insieme, come se la vita non avesse mai cercato di dividerli.

Il tono della conversazione si addolcì. Parlarono del futuro, di figli, di sogni. Lei scherzò sull’eventualità di avere dei gemelli, e lui, con un sorriso ironico, rispose: “Sei pronta a crescere due piccoli diavoletti come te?” Melek lo provocò con una scintilla negli occhi: “Con te al mio fianco, sì.” Per un momento, tutto sembrò perfetto: due anime tormentate che si ritrovavano nella follia dell’amore.

Ma la pace fu interrotta dal suono di un telefono. Era Sumru, la madre di Melek, preoccupata. “Dove sei, figlia mia? Hai avuto un incidente?” Melek rise dolcemente: “Sto bene, mamma. Sono con Cihan.” Un silenzio carico di tensione seguì. “Con Cihan? Ma…” Melek la interruppe, scherzando: “Sì, mi ha rapita!” Dall’altra parte della linea, Sumru rimase senza parole. Cihan prese il telefono e, con voce calma ma decisa, disse: “Sì, signora Sumru. Ho rapito sua figlia. Ma lo rifarei, perché lei ora è dove vuole essere.”

La risposta della donna fu inaspettata. “Se mia figlia è felice, allora va bene così.” Una madre che aveva visto troppa sofferenza per opporsi a un amore tanto profondo. Cihan ne approfittò per fare un annuncio ufficiale: “Il nostro matrimonio è venerdì alle 15. Vi aspettiamo tutti.” Dall’altra parte, Sumru esplose di gioia. “Finalmente! Dopo tutto ciò che avete passato!”

Quando la chiamata terminò, Sumru e Tahsin si guardarono, consapevoli che quella notizia avrebbe scatenato un terremoto. “Nu impazzirà di nuovo,” commentò Tahsin, cupo. “Che si rivolga a uno psichiatra, allora,” replicò Sumru amaramente.

Nel frattempo, Cihan e Melek restarono seduti, mano nella mano, a fissare le luci della città che brillavano oltre la finestra del ristorante. Il loro amore aveva attraversato prigioni, bugie, separazioni e scandali. Ora, davanti a quel destino scritto nella follia e nella passione, non avevano più paura.

“Lo capisci, Melek?” sussurrò lui. “Non esiste un mondo senza di te.” Lei lo guardò, con le lacrime agli occhi. “Mi hai rapita, Cihan. Ma forse è il rapimento più bello della mia vita.”

E così, mentre la notte calava su Istanbul, due cuori feriti ma vivi si prepararono a un nuovo inizio. Un matrimonio deciso dal cuore, un amore che nessuno avrebbe potuto fermare — neppure la ragione. 💞