LA FORZA DI UNA DONNA ANTECIPAZIONE- Nezir farà la sua ultima richiesta e avrà il peggior finale.

Il prossimo episodio de La forza di una donna si annuncia come il capitolo più scioccante e catartico dell’intera serie, culminando nella fine drammatica e violenta del suo antagonista più temibile: Nezir. Il racconto non è solo la cronaca di una sconfitta, ma un’opera teatrale intrisa di ironia, tradimento e una giustizia che arriva attraverso le mani più inaspettate. Nezir, che credeva di avere “tutto il controllo tra le sue mani”, scoprirà che il destino, a volte, preferisce le trame shakespeariane alla semplice vendetta.

L’inizio è degno di un film poliziesco all’italiana: la villa del boss viene invasa da volanti e ambulanze, con le luci lampeggianti a giorno. Nezir affronta la polizia con un’arroganza degna di un attore consumato, fingendo stupore e chiedendo al poliziotto di “muoversi, cercate veloci”, quasi come un ospite infastidito che attende la fine di un aperitivo indesiderato. Nonostante le meticolose perquisizioni — che rivelano solo una gallina viva nel nascondiglio segreto — gli agenti sono costretti a ritirarsi. Nezir, seduto con la calma di un padrino, si compiace del fallimento delle forze dell’ordine, salvando il suo “tappeto persiano” e, apparentemente, la sua dignità.

 

La Svolta Improvvisa: Il Tradimento che Non Ti Aspetti

Proprio mentre la carovana della polizia si dirige verso l’uscita, convinta di aver rovesciato soltanto il cappuccino del capo, un rumore strano e un grido d’aiuto gelano l’aria. È il colpo di scena che ribalta l’intera operazione.

Gli agenti, insospettiti, riprendono la ricerca con rinnovato vigore. È in questa seconda, frenetica perquisizione che la verità viene alla luce: Bahar, i suoi figli, Piril, Sarp e Munir vengono scoperti, nascosti e terrorizzati. La gioia del salvataggio è immediata e travolgente, ma il destino ha in serbo un ultimo, crudelissimo atto.

Nezir, colto in flagrante, comprende che il suo gran finale è vicino. Seduto, sconfitto ma ancora teatrale, giura che la sua ossessione per Sarp non finirà mai: “Io non rinuncio al Sarp mai. Anche se dovessi andare all’inferno e tornare in vespa, la finisco con lui”.

 

Il Prezzo del Sangue: La Morte di Suat

 

La resa dei conti definitiva avviene con l’ingresso in scena di Suat e Munir, tornati per regolare i conti. Suat, travolto dalla furia per le azioni di Nezir che hanno messo in pericolo la vita di sua figlia e dei suoi nipoti, attacca il boss con parole che tagliano la stanza come un coltello da chef. Nezir, con una spietatezza agghiacciante, trasforma il proprio peccato in carità: “Sono tutti bene, vero? Sono vivi, per questo dovreste ringraziarmi. Li ho lasciati vivi, capite? Sono stato generoso”.

Quando Suat si scaglia in avanti, fuori di sé dalla rabbia, Nezir si volta con freddezza e fa un cenno secco al suo tirapiedi, Yezim/Razzim, il cui legame di sangue con Munir è un segreto che avvelena la famiglia. In un istante, l’aria viene lacerata da uno sparo. Suat crolla.

Munir, testimone impotente dell’omicidio del fratello (o parente stretto, a seconda dell’interpretazione della scena e delle vecchie trame), è paralizzato dallo shock. Nezir, con la sua inconfondibile miscela di minaccia e ironia, ordina al tirapiedi: “Se non vuoi essere il prossimo, facciamo il favore. Prudente sarebbe che tu te ne vada da qui. Ora, capito?”.

 

La Vendetta di Razzim: L’Ultimo Desiderio

 

Munir, tremando, non si arrende. Sfidando Nezir, gli urla la sua verità: “Tu non fai mai nulla da solo. Paghi soltanto gli altri per fare il lavoro sporco… tu non avresti mai il coraggio di premere il grilletto da solo”. Sentendosi sfidato nel profondo del suo orgoglio, Nezir ordina a Razzim (il tirapiedi, che qui appare essere il fratello di Munir) di finire il lavoro.

È in questo momento che avviene il colpo di scena finale, il tradimento che Nezir non aveva calcolato. Razzim, con l’arma in mano, esita. Agli occhi di Munir, implorante, urla: “Tu sei mio fratello, non avrei potuto farlo”. In un movimento inatteso, l’arma smette di puntare verso Munir e si dirige verso l’incredulo Nezir.

Prima che Nezir possa invocare la lealtà e l’onore, Razzim preme il grilletto.

Lo sparo è la fine di Nezir. Il boss cade a terra, gli occhi spalancati, la sua espressione di sorpresa finale a testimoniare che non aveva mai, nemmeno per un istante, creduto di essere vulnerabile. Il film della sua vita — fatto di minacce, rimproveri e ossessioni infantili — si chiude. Nezir ha avuto la fine che aveva orchestrato per gli altri, e la sua ultima richiesta, quella di eliminare il nemico Sarp, è svanita nel nulla. La guerra è finita, ma la vittoria è macchiata dal sangue di Suat e dall’orrore del tradimento fraterno.