Paradiso Delle Signore, Vito Amato su Mimmo: ‘Da giovane vecchio a personaggio compiuto’

Tra i protagonisti de Il Paradiso delle Signore c’è Vito Amato, che dà volto a Mimmo Burgio: un personaggio nato “giovane vecchio”, ligio al dovere, e oggi in piena evoluzione: fedele, giusto, curioso, buono e, come rivela l’attore, persino “sognatore”. In un’intervista esclusiva a Blasting News, Amato ha raccontato come questo percorso narrativo stia procedendo puntata dopo puntata, del suo rapporto con il pubblico, del successo della soap e dei progetti che lo attendono in teatro.

Vito Amato si racconta: pubblico, successo della soap e nuovi progetti

Come definiresti il personaggio di Mimmo?

Fedele, giusto, curioso e buono. La sua evoluzione è sotto gli occhi di tutti: da “giovane vecchio”, rigido e ligio al dovere, sta diventando un personaggio sempre più quadrato, con una personalità che si sta delineando puntata dopo puntata.

Cosa puoi anticiparci su di lui?

In questa stagione, in realtà, posso aggiungere anche “sognatore” tra le sue caratteristiche: pian piano capirà che sognare è un diritto che gli è stato privato per molto tempo

Quanto è cambiato il tuo rapporto con il pubblico dopo la partecipazione a Il Paradiso delle Signore?

Nonostante io sia molto concentrato sul lavoro fine a se stesso e non su ciò che può arrivare dopo, avere persone che riconoscono quello che fai come qualcosa di bello è sicuramente gratificante e motivante.

Secondo te qual è il segreto di un successo in termini di ascolti così importante?

Il successo di un prodotto deriva dalle più disparate motivazioni e, secondo me, non è prevedibile. Una componente molto importante è la verità e la sincerità con cui si racconta una determinata storia: più un prodotto è sincero e sentito, più il pubblico riesce a rivedersi nelle storie che guarda e, di conseguenza, il prodotto tende a funzionare. Nel nostro caso specifico, buona parte del pubblico riesce anche a rivedersi in quei tempi che furono, grazie a una fedelissima ricostruzione degli ambienti e a un lavoro di fino sulla riproduzione dei costumi dell’epoca.

Quali sono i tuoi prossimi progetti lavorativi?

Tanto teatro, che è una costante della mia vita da sempre: sarò in giro con uno spettacolo intitolato La vacca, scritto da Elvira Buonocore e diretto da Gennaro Maresca, in scena con me Anna De Stefano, e poi altri progetti teatrali nel Napoletano.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Sbarcare sul grande schermo, nel cinema d’autore.

A quale attore, se c’è, ti ispiri?

Guarda, questa sembra una domanda molto semplice, ma per me è estremamente difficile rispondere perché sono molto volubile in questo senso. Le ispirazioni sono davvero tante da quando ho iniziato a studiare e di nomi potrei fartene decine e decine. Le mie guide spirituali – se così posso chiamarle – sono molte in questo campo: i primi che mi vengono in mente sono Totò, Troisi, Servillo, Marlon Brando. Ma attualmente un attore che sto recuperando molto e al quale, sinceramente, sarebbe un sogno anche solo ambire a fare da “dito destro” è Daniel Day-Lewis.