[DNA Résumé] Luc Colin passe à l’action : Judith et Jordan en danger ? William perd pied |2070 TF1
A Sète, il vento dell’autunno sembra portare con sé qualcosa di più gelido dell’aria marina. Qualcosa che non si vede, ma che si avverte come un soffio dietro la nuca. Qualcosa che respira nel silenzio. E in questo episodio, quel respiro ha un nome: Luc Colin.
Tutto sembra iniziare con uno slancio di leggerezza, quasi di gioco. Judith e Jordan, entrambi col cuore impulsivo e l’entusiasmo di chi vuole capire il mondo, pensano di aver trovato la piste che finalmente svelerà il mistero che circonda Diane ed Esmé, le due sorelle tanto riservate quanto inquietanti. Il nome di Luc, il loro padre, aleggia da settimane come un’ombra troppo pulita, troppo ordinata per non nascondere qualcosa. Così, i due giovani si improvvisano detective, seguono un indirizzo, credono di essere sul punto di fare una scoperta decisiva… per poi ritrovarsi a inseguire un omonimo, un innocente litoterapeuta che nulla ha a che fare con le loro supposizioni.
La scena è buffa, perfino tenera. Si ride. Ci si lascia andare. Ma questo tipo di risate ha sempre il sapore ingannevole del preludio. Perché mentre Judith e Jordan scherzano sulla loro goffaggine, Luc li osserva. Non dice nulla. Non alza la voce. Non si agita. Il suo potere è proprio questo: non ha bisogno di farlo.
Una frase, sussurrata più come un soffio che come una dichiarazione, basta a gelare l’aria intorno a Diane ed Esmé:
«Se questo continua… farò ciò che va fatto.»
Nessuno chiede cosa significhi. Nessuno osa farlo. È una minaccia che non si spiega, perché chi la pronuncia è qualcuno che non bleffa mai.
Intanto, in un altrove più luminoso ma non meno fragile, William si convince sempre più che la medicina non basta più a renderlo vivo. Le sue video–pillole di salute ottengono like, commenti, condivisioni. Lui sorride, si compone davanti alla telecamera, parla con convinzione e leggerezza… ma è un sorriso che suona vuoto. Il confine tra divulgazione e spettacolo diventa sottile, impercettibile, pericoloso. Marianne, con la sua lucidità severa, glielo dice in modo diretto: si sta perdendo. E William lo sente, anche se non vuole ammetterlo.
C’è un uomo che non rinuncia a ciò che lo definisce. E uno che invece non riconosce più chi è.
Entrambi sono in bilico.
Nel frattempo, Samuel e Fred si muovono attorno a Victoire come due satelliti che gravitano intorno alla stessa stella. Tra loro c’è tensione, rivalità, rancore, ma anche qualcosa di più complesso: la consapevolezza di ciò che l’altro sa, ciò che l’altro potrebbe dire, ciò che l’altro potrebbe rivelare. Fred porta con sé un segreto. Uno che pesa sulle spalle e nel sangue. Uno che lo consuma. Samuel lo vede, lo capisce e lo affronta.
«Se non glielo dici tu, finirai per perderla.»
Ma la paura è più forte dell’amore. Sempre.
E Victoire, ignara, continua a sorridere.
È quando cala la sera che tutto si stringe, tutto si fa più teso. Judith e Jordan, ancora convinti di essere vicini a scoprire qualcosa, seguono Luc fino a una casa tranquilla. Una casa qualunque. Un giardino qualunque. O almeno così sembra. Saltano il muro, si nascondono tra gli alberi, credono di spiare il covo del mistero.
Si ritrovano invece nel giardino di Sylvain Moreno.
Un errore ridicolo. Un momento divertente.
