IL PARADISO DELLE SIGNORE ANTICIPAZIONI: ADELAIDE TRASCINA TANCREDI NELLA VENDETTA CONTRO MARCELLO

La pioggia cadeva incessante su Milano, come se il cielo volesse piangere al posto di chi non poteva più farlo. Alla Villa Guarnieri, tra il crepitio del camino e il profumo di legno bruciato, Adelaide di Sant’Erasmo restava immobile nella sua poltrona, con lo sguardo fisso su un punto indefinito. La donna che un tempo incantava i salotti milanesi con il suo fascino e il suo controllo impeccabile, ora era soltanto l’ombra di se stessa. La ferita lasciata da Marcello Barbieri non era una semplice delusione amorosa: era un’umiliazione pubblica, un affronto alla sua dignità. L’uomo che aveva amato l’aveva abbandonata alla vigilia del matrimonio, lasciandola preda dei pettegolezzi e della vergogna.

Ma Adelaide non era il tipo di donna che si lascia sconfiggere. Nell’intimo della sua solitudine, prese una decisione che avrebbe cambiato per sempre i destini di molti. Scrisse un nome su un foglio: Tancredi. Il nipote, tormentato e complesso, arrivò quella stessa sera. Il loro incontro fu silenzioso ma carico di tensione: due anime ferite che si riconoscono nel dolore. Davanti a un bicchiere di whisky, la contessa pronunciò parole che segnarono l’inizio della sua vendetta:
“Marcello mi ha distrutta, Tancredi. Ora voglio che paghi.”

Tancredi, con lo sguardo cupo, tentò di farla ragionare, ma Adelaide era già oltre la ragione. “Non lo distruggerò con il dolore,” sussurrò, “ma con ciò che ama.” E ciò che Marcello amava ora era Rosa Camilli, la giovane donna che gli aveva restituito la speranza di un futuro.

Nel frattempo, al Paradiso delle Signore, la vita sembrava scorrere come sempre. Le commesse, guidate da Irene, cercavano di mantenere l’eleganza anche sotto la pioggia. La nuova arrivata, Barbara Musso, osservava con occhi curiosi quel mondo fatto di segreti e ambizioni. Ma dietro le vetrine lucenti, l’atmosfera era tesa. Quando Rosa confessò di essere legata sentimentalmente a Marcello, il tempo sembrò fermarsi. Nessuna parola, solo sguardi pieni di stupore e preoccupazione. Nessuna di loro poteva immaginare che proprio quella storia d’amore sarebbe diventata l’arma di una contessa ferita.

Nel suo salotto, Adelaide si confidava con Tancredi. “Colpirò Marcello nella sua felicità,” disse, “farò crollare tutto ciò che ama.” E Tancredi, pur esitante, sapeva di non poter dire di no. Era un modo per sentirsi ancora utile, per riscattare il fallimento del suo matrimonio con Matilde e per dimostrare che il sangue dei Sant’Erasmo non si lascia umiliare.

La vendetta prese forma lentamente, come un veleno sottile. Tancredi incontrò uomini influenti, strinse mani, fece promesse. Il suo compito era semplice e spietato: spingere Marcello a credere di poter entrare nei grandi giri della politica e della finanza, per poi tagliargli le gambe quando fosse troppo tardi.

Intanto, al Paradiso, Rosa cercava di bilanciare il lavoro e l’amore. Ogni sorriso con Marcello sembrava un sogno fragile. Eppure, dietro quel sogno, la rete della contessa si stringeva sempre di più. Quando Tancredi consegnò ad Adelaide un biglietto — “Ho fatto ciò che doveva essere fatto. Ora tocca a te” — la contessa provò una calma glaciale. Il piano era in moto.

Marcello cominciò a percepire che qualcosa non andava. Gli incontri con gli investitori venivano rimandati, le promesse sparivano, i sorrisi si spegnevano. Non capiva che dietro a quel crollo silenzioso c’era la mano elegante di Adelaide. Ogni filo della sua vita professionale e sentimentale si stava spezzando, con la precisione di chi conosce il cuore della sua vittima.

Eppure, tra un fallimento e l’altro, Marcello trovava rifugio solo in Rosa. Nelle sue mani, nella sua voce dolce, cercava una pace che non riusciva più a trovare altrove. Ma quella sera, mentre camminavano lungo il Naviglio, Rosa notò due uomini che li osservavano da un’auto. Un brivido la attraversò. Forse era solo paranoia, o forse era il destino che cominciava a mostrare il volto oscuro della vendetta.

Alla villa, Adelaide ricevette Tancredi. “Tutto procede come previsto,” disse lui. “Gli investitori si sono tirati indietro. Entro una settimana il progetto di Marcello sarà fermo.” Adelaide sorrise appena. “Perfetto. Ora lasciami sola, Tancredi. Voglio godermi il momento.” Ma quando rimase davanti allo specchio, vide nel riflesso il volto di Marcello, com’era un tempo — gentile, appassionato, umano. Per un attimo il rimorso le sfiorò l’anima. Ma bastò pensare a Rosa per far tornare il gelo.

Al Paradiso, Rosa confidava a Delia i suoi dubbi: “A volte ho paura che Marcello pensi ancora a lei.” Delia la incoraggiò, ma in cuor suo sapeva che certe ombre non scompaiono facilmente.

Quella notte, Marcello, tormentato, prese il telefono e chiamò Adelaide. Quando lei rispose, la sua voce era fredda come il marmo. “Perché mi chiami?” chiese. “Non lo so,” rispose lui. “Forse perché ho dimenticato come si fa a dormire.” Poi riattaccò. Adelaide restò immobile, con il cuore che le batteva all’impazzata. Per un momento pensò di fermarsi, di perdonare, ma la gelosia e l’orgoglio vinsero ancora.

Nella sua stanza, Tancredi non riusciva a dormire. Aveva obbedito, aveva vendicato la sua famiglia, ma dentro di lui cresceva un dubbio amaro. “Siamo tutti prigionieri delle nostre vendette,” mormorò guardando la pioggia scorrere sul vetro.

Fu allora che tutto apparve nella sua tragica chiarezza: Adelaide aveva ottenuto ciò che voleva, ma il prezzo era la sua stessa pace. Marcello, distrutto, cominciava a comprendere che la rovina che lo inseguiva aveva il profumo familiare del passato. E Rosa, ignara della tempesta che li avrebbe travolti, continuava ad amarlo come si ama un sogno destinato a svanire all’alba.

Mentre Milano si svegliava sotto un cielo grigio, la vendetta di Adelaide aveva finalmente preso vita. Ma nel suo cuore, in quella calma apparente, si nascondeva la verità più crudele di tutte: nessuna vittoria può cancellare l’amore che si è trasformato in ferita. 💔