La notte nel cuore, trame turche, Cihan a Harika: ‘Abbiamo perso nostro padre’

La notte scende su Ankara come un velo di piombo. Nella serie La notte nel cuore, tutto comincia con un silenzio che precede la tempesta: Cihan, il secondogenito di Samet, siede immobile nel suo ufficio, le mani intrecciate sul tavolo lucido, lo sguardo vuoto. Quando il telefono vibra, il mondo sembra trattenere il fiato. È una chiamata che nessun figlio vorrebbe ricevere: la voce dell’infermiera annuncia che Samet, il patriarca della famiglia, non ce l’ha fatta. In un istante, il tempo si spezza. Tutto ciò che era potere, denaro e controllo perde valore. Rimane solo il dolore, nudo e insostenibile.

Samet, conosciuto come “il leone silenzioso della Cappadocia”, è stato un uomo potente e controverso, capace di suscitare amore e odio allo stesso tempo. In coma da settimane, il suo destino sembrava segnato, ma Cihan aveva continuato a sperare. Contro il parere dei medici, contro la zia Hicmet — la donna che aveva ottenuto la procura e gestiva gli affari con fredda ambizione —, Cihan aveva lottato fino all’ultimo. Ma il destino non conosce pietà. E ora, su di lui, cade il peso insopportabile di dover pronunciare le parole che spezzeranno il cuore dei suoi fratelli.

Quando rientra nella casa di famiglia, l’aria è ancora piena di voci e risate inconsapevoli. Nessuno immagina che la tragedia sta per irrompere come una tempesta. “Radunate tutti,” dice Cihan con voce ferma ma vuota. La famiglia si riunisce: Melek, Canan, Esma, il fratellastro Bunyamin e soprattutto Harika, la sorella fragile, quella che aveva sempre visto il padre come un faro. L’attesa è carica di presagi, finché Cihan non trova il coraggio di parlare. “Abbiamo perso papà.”

Le parole, semplici e tremende, esplodono nella stanza. Harika si rifiuta di crederci: “Non è vero! Papà non può essere morto!” Ma lo sguardo di Cihan non lascia spazio ai dubbi. In un istante, la casa si trasforma in un tempio di dolore. Harika cade in ginocchio, singhiozzando; Bunyamin urla frasi poetiche e disperate; Melek si copre il volto per nascondere le lacrime. Tutto è caos, tutto è pianto. Eppure, in mezzo a quella scena straziante, una verità si insinua silenziosa: non è solo la morte di Samet a sconvolgere la famiglia, ma ciò che la sua morte farà emergere.

Il lutto diventa rabbia quando Melek accusa Hicmet: “Dov’era quella donna mentre nostro padre moriva?” Cihan risponde con amarezza: “Sapeva tutto. Ha ricevuto la chiamata prima di me e ha continuato a trattare come se nulla fosse.” Per la prima volta dopo anni, la famiglia si ritrova unita, non dall’amore, ma dal dolore e dal rancore. La notte che segue è interminabile. Nessuno dorme davvero; ogni oggetto della casa sembra ricordare l’assenza del padre. Harika, esausta, si addormenta sul divano con le lacrime ancora sulle guance.

All’alba, la realtà si fa ancora più pesante. Cihan e Harika devono andare ad Ankara per occuparsi del funerale. Durante il viaggio, un silenzio teso riempie la macchina. Ognuno è prigioniero dei propri pensieri, dei rimorsi, delle parole mai dette. Quando arrivano all’ospedale, li attende il corpo senza vita di Samet, immobile sotto un lenzuolo bianco. Harika gli prende la mano fredda e mormora: “Perdonami se non ero lì.” Il dolore è totale, ma un nuovo colpo li attende.

Un avvocato si avvicina con aria tesa: “Il signor Samet ha lasciato un testamento… con delle clausole particolari.” Cihan si irrigidisce. Le parole dell’uomo fanno calare un silenzio glaciale. “In particolare riguardano la signorina Harika.” Tutti si voltano verso di lei. “Ci sono lettere, registrazioni… e alcune verità che potrebbero cambiare il modo in cui ricordate vostro padre.” La morte, improvvisamente, non è più solo un punto di arrivo. È l’inizio di un nuovo enigma.

Il funerale si svolge in una Cappadocia immobile, sotto un sole gelido che sembra prendersi gioco del dolore umano. Dentro la casa di Samet, il clima è carico di tensione. L’avvocato, con la sua valigetta nera, chiede di parlare alla famiglia riunita. “Ci sono due lettere e un file audio. Le lettere sono personali, ma la registrazione è per tutti.” Quando preme il tasto “play”, la voce di Samet riempie la stanza come un fantasma.

“Se ascoltate questo messaggio, significa che non sono più tra voi,” dice con tono grave. “Harika, mia luce, ti ho amata come solo un padre può amare una figlia, ma ti ho mentito. C’è una parte della mia vita che non conosci. Cihan, ti ho caricato di pesi che non ti spettavano, ti ho reso solo. E Bunyamin, perdonami se ti ho comprato con un rene, era il mio modo maldestro per chiederti scusa.”